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Editoriale di Brando Benifei, Gennaio 2021

Con il 2021 sono arrivati i vaccini e intravediamo finalmente una via d’uscita da questa lunga crisi, anche se ci vorrà ancora tempo. I mesi scorsi hanno dimostrato come mai prima d’ora la necessità di un’Unione europea forte e unita, e di quanto possiamo ottenere insieme, anche se le forze sovraniste ed euroscettiche cercano disperatamente di addossare a Bruxelles qualsiasi difficoltà. 

Il caso dei vaccini e dei ritardi nella distribuzione ne è solo l'ultima dimostrazione. Dopo l’intervento della Commissione europea, incalzata anche dal Parlamento, la multinazionale Pfizer è tornata sui suoi passi sul taglio delle forniture del suo vaccino ai Paesi europei, confermando il rispetto dei volumi di consegna previsti entro poche settimane. Prosegue invece il duro confronto con AstraZeneca, il cui vaccino ha da poco ricevuto l’autorizzazione preventiva dell’Agenzia europea del farmaco. L'azienda farmaceutica ha inoltre accettato di pubblicare, su richiesta della Commissione europea, il contratto redatto firmato tra le due parti. I tagli delle forniture all’Europa annunciati dall’azienda sono dunque inaccettabili e irrispettosi dei contratti firmati e dei milioni di fondi pubblici europei investiti da mesi nel nuovo vaccino. L'interlocuzione però è solo all'inizio e Bruxelles ha giustamente messo sul tavolo anche la minaccia di un divieto all'esportazione dei prodotti fabbricati nell'UE. Si tratta di un potere di dissuasione forte che nessun Paese europeo potrebbe avere da solo nei confronti di queste aziende. 

Noi sosteniamo la Commissione nell’azione di pressione al rispetto dei contratti e siamo convinti che si troverà una soluzione che assicuri il prosieguo della campagna vaccinale degli Stati membri nei tempi previsti. Ma quanto sta accadendo dimostra quanto sia importante tutelare l'interesse pubblico di fronte all'emergenza della pandemia, e di fronte a milioni di euro in investimenti pubblici di cui hanno beneficiato le case farmaceutiche, a cominciare dalla questione della trasparenza dei contratti. Già lo scorso 12 novembre, nella Risoluzione che ha accompagnato l'approvazione del bilancio UE 2021, come Parlamento sottolineavamo la mancata reazione della Commissione europea alla nostra richiesta di accesso completo ai contratti riguardanti i vaccini contro la COVID-19, chiedendo di provvedere entro la fine del 2020. Grazie a queste pressioni, la Commissione ha permesso dal 14 gennaio ai deputati che lo richiedessero di consultare il contratto con Curevac, anche se in formato riservato (contratto poi pubblicato). 

Sulla questione, e sui ritardi nelle forniture, siamo tornati nei giorni scorsi con diverse interrogazioni e dibattiti in Aula. Servono inoltre risposte chiare e iniziative decise su un aspetto più ampio del problema, ossia sulla questione dei brevetti e delle licenze. Non possiamo e non dobbiamo lasciare che a beneficiare dei vaccini siano solo i cittadini europei, anche perché è illusorio pensare disconfiggere la pandemia lasciando i Paesi terzi, soprattutto quelli in via di sviluppo, in balia delle multinazionali e delle leggi del mercato. Ora più che mai la solidarietà è una necessità concreta, e l’Europa può avere un ruolo centrale di leadership in questa fase così delicata. 

Ma c’è bisogno di un’Europa forte su molti altri fronti: nel proteggere i cittadini e i loro dati dallo strapotere delle grandi piattaforme digitali, i lavoratori e i loro diritti dai profondi cambiamenti tecnologici (pensiamo agli effetti del telelavoro sui nostri ritmi di vita) le nostre democrazie dalle manipolazioni e dalle fake news; nel confronto con le grandi potenze, in un contesto multilaterale e cooperativo, per trovare soluzioni internazionali ai grandi problemi che dobbiamo affrontare, dalla pandemia al clima alla regolamentazione dei servizi digitali. 

Solo agendo insieme potremo avere una massa critica sufficiente per contrastare i rischi e fare in modo che le nuove tecnologie, la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde siano un’opportunità di crescita e benessere per tutti e preservare e migliorare il nostro modello sociale. Nei prossimi mesi il nostro lavoro si concentrerà su questi temi fondamentali per uscire insieme e rinnovati dalla crisi.