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Giu

Patto per l'industria pulita

In una risoluzione non legislativa adottata giovedì, con 381 voti favorevoli, 173 contrari e 13 astensioni, il Parlamento sottolinea la necessità di combinare azione per il clima e competitività industriale.

Nel testo, adottato in risposta al patto per l’industria pulita della Commissione, i deputati sottolineano l’importanza della neocostituita banca per la decarbonizzazione industriale, considerata vitale per aumentare gli investimenti nelle tecnologie pulite. Gli investimenti dovrebbero basarsi sull’impatto sulle emissioni di carbonio, sulla scalabilità e sulla sicurezza delle forniture, affermano.

Il Parlamento sottolinea la necessità di stimolare la domanda attraverso appalti pubblici e privati e chiede che il mercato UE venga protetto dalla concorrenza sleale e dal dumping di sovraccapacità produttiva industriale da Paesi terzi. I deputati sottolineano inoltre l’importanza di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) efficace nel contesto dell’eliminazione graduale delle quote gratuite nel sistema di scambio di quote di emissione (ETS).

Nella risoluzione viene affrontata l’importanza della semplificazione normativa e la necessità di snellire le procedure autorizzative per sostenere la transizione e gli sforzi di innovazione delle piccole imprese. I deputati vogliono semplificare le domande di finanziamento, ridurre gli obblighi di rendicontazione e accelerare i progetti di piccola entità.

Chiedono inoltre la creazione di una giustificazione economica per gli assorbimenti permanenti di carbonio nelle prossime revisioni legislative, poiché la gestione del carbonio, compresa la cattura, lo stoccaggio, il trasporto e l’utilizzo, potrebbe essere necessaria per i settori difficili da decarbonizzare.

I deputati sostengono il piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili e le misure sulla domanda per potenziare le infrastrutture energetiche transfrontaliere e completare l’unione dell’energia. La frammentazione attuale del controllo normativo e della pianificazione degli investimenti tra gli Stati membri ostacola l’integrazione e l’elettrificazione, affermano. Si invitano inoltre gli Stati membri, gli operatori dei sistemi di trasmissione e la Commissione a fare di più per promuovere lo scambio transfrontaliero di elettricità.