“Noi europei e italiani abbiamo punti di forza evidenti nell'aerospazio, come i programmi Copernicus e Galileo, oltre che un settore vivace con tante imprese, anche di medie dimensioni, e una certa stabilità e resilienza. Tuttavia, abbiamo tre punti deboli. Primo: gli investimenti. Secondo i dati dell'ESA, l'investimento pubblico nell'aerospazio negli Stati Uniti è di 220 euro pro capite contro i 20 euro dell'Europa, con un rapporto di dieci a uno. Il secondo punto di debolezza è l'accesso allo spazio: nel settore dei lanciatori spaziali la distanza si sta facendo più rilevante. Nel 2024 SpaceX ha effettuato 138 lanci, l'Ue ne ha fatti 3. Terzo punto di fragilità è la governance, oggi diffusa tra troppe istituzioni: Commissione europea, EUSPA, ESA e agenzie nazionali”.
Lo ha dichiarato l'eurodeputato PD Giorgio Gori, intervenendo alla tavola rotonda intitolata “Il futuro dell'aerospazio: quali prospettive per la strategia europea?”, a cui hanno partecipato il capodelegazione degli eurodeputati PD, Nicola Zingaretti, e i principali rappresentanti italiani del settore, tra cui Teodoro Valente, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana; Isabella Poldrugo, vice capo unità Space Policy della Commissione europea; Domenico Mignolo (ESA); Flavio Sbardellati (EUSPA); e Sergio Jesi, della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, Difesa e Sicurezza.