14
Mar

La scommessa del clean industrial deal

Disponibilità e costo di energia, materie prime e infrastrutture: queste, al di là delle risorse umane, sono le voci più importanti per qualunque impresa.


L'Europa arranca su tutti questi fronti ed è positivo che il nuovo patto europeo per l'industria pulita, discusso in Aula a Strasburgo, identifichi chiaramente la strada da prendere: transizione energetica, economia circolare, formazione, ricerca e innovazione, lotta alle speculazioni.


Bene ribadire nel solco del Green Deal quanto la competitività dell'industria europea passi necessariamente da sostenibilità e innovazione tecnologica, bene riconoscere che sviluppo e integrazione delle energie rinnovabili siano la chiave per sganciare le bollette dalle fluttuazioni e speculazioni del mercato del gas, importante infine il progetto di sostenere i prodotti decarbonizzati con nuove regole per gli appalti che prevedano condizioni di "preferenza europea", mentre si dà corpo ad un uso più efficiente delle risorse attraverso un mercato unico europeo delle materie prime seconde.


Quello che ci preoccupa è che senza strumenti e fondi adeguati quello che dovrebbe essere un efficace piano strategico rischi di ridursi ad un bell'esercizio di stile.


L'Europa è chiamata a compiere un balzo evolutivo verso una maggiore coesione, comuni strategie e comuni investimenti.


Dobbiamo avere il coraggio di affermarlo, e no! Non solamente quando si tratta di armi, ma anche quando parliamo di indipendenza energetica e autonomia strategica dell'industria.


Davvero pensiamo che in questa instabilità mondiale bastino le armi per avere la sicurezza? E anche se per assurdo bastassero, come pensiamo di costruirle? Importando energia a prezzi folli proprio dai Paesi dai quali vorremmo difenderci?


Non c'è difesa che tenga senza autonomia. Non c'è autonomia e non c'è pace senza un'Europa unita e solidale, che parli con una sola voce. Come Partito Democratico siamo in prima linea anche al Parlamento Europeo per lavorare con determinazione in questo solco.


Annalisa Corrado