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Le proteste degli agricoltori in Europa

Noi socialisti e democratici, a differenza delle forze populiste che offrono sempre la stessa soluzione di tornare a “come era prima”, abbiamo la possibilità di mettere in campo nuove, decisive opportunità per gli agricoltori europei - dall’intelligenza artificiale alle biotecnologie sostenibili - per riallacciare il legame con le nostre comunità rurali.

Dopo le proteste delle scorse settimane, con centinaia di trattori che hanno bloccato le strade in Francia, in Germania e, nelle ultime ore, anche in Italia, la Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha dedicato un dibattito con il Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, il polacco Janusz Wojciechowski, su come migliorare la situazione socioeconomica degli agricoltori e delle aree rurali, garantendo redditi equi, la sicurezza alimentare e una transizione giusta.

Una discussione quanto mai urgente, soprattutto in vista della prossima legislatura europea, in quanto questa legislatura ha creato, per la prima volta, la percezione di un’Unione nemica degli agricoltori e delle categorie produttive.

Dopo la presentazione del Green Deal, e della sua declinazione agricola con la strategia Farm to Fork, non siamo stai infatti capaci di costruire un progetto che coinvolga appieno l’agricoltura europea facendola sentire vera protagonista della transizione verde, e non imputata. Tuttavia, come abbiamo più volte sottolineato, senza l’adesione convinta dei nostri agricoltori e dell’intero sistema agro-alimentare italiano ed europeo, qualsiasi prospettiva di neutralità climatica diventa irrealizzabile.

Ora, ignorare o sminuire le manifestazioni degli ultimi mesi, etichettandole superficialmente come movimenti di estrema destra, sarebbe l’ennesimo errore. Non solo perché i dati ci dimostrano che i numeri di queste manifestazioni vanno ben al di là di quelli dei partiti estremisti, ma soprattutto perché noi socialisti e democratici, a differenza delle forze populiste che offrono sempre la stessa soluzione di tornare a “come era prima”, abbiamo la possibilità di mettere in campo nuove, decisive opportunità per gli agricoltori europei - dall’intelligenza artificiale alle biotecnologie sostenibili - per riallacciare il legame con le nostre comunità rurali.

Come delegazione del Partito Democratico siamo pronti a cogliere questa occasione, affinché l’Unione torni ad accompagnare i nostri agricoltori verso sistemi produttivi sostenibili, senza pregiudicarne la competitività e la capacità di continuare a produrre cibo sano, di qualità e sufficiente per tutti i cittadini europei, indipendentemente dai loro redditi.

Paolo De Castro