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Mar

parità salariale, Rondinelli: più trasparenza contro la povertà femminile

Importante il sì del Parlamento europeo sullo stop al segreto salariale a livello contrattuale, il ruolo dei sindacati nel rappresentare le lavoratrici e infine l’inversione dell’onere della prova a carico dei datori di lavoro, in caso di violazione del principio della parità salariale.

"Il sì del Parlamento europeo per garantire trasparenza e parità salariale di genere nel privato e nel pubblico è un importante passo in avanti per superare disuguaglianze, disparità e soprattutto povertà lavorativa in Italia e in Europa”, lo afferma in una nota Daniela Rondinelli, europarlamentare del Partito Democratico e membro della Commissione Occupazione e Affari Sociali.

“L’Italia, dove il lavoro povero femminile è un problema sociale ed economico, colpisce soprattutto le giovani tra i 30 e i 40 anni d’età, dovrà adeguarsi, adottando tutte le misure necessarie a combattere la disparità retributiva e previdenziale tra uomini e donne attraverso la trasparenza sulle buste paga delle lavoratrici precarie, in part time involontario e più in generale ‘segregate’ in settori in cui c’è tanto lavoro nero, irregolare o informale e con un reddito medio annuo complessivo di appena 15 mila euro”, sottolinea la parlamentare.

“Considero positivi il divieto del segreto salariale, il ruolo assegnato alle parti sociali che potranno chiedere e ottenere le informazioni chiare ed esaurienti alla base delle retribuzioni e l’onere in capo ai datori di lavoro di dimostrare di non avere violato il principio della parità salariale”, spiega Rondinelli.

“Sono quindi soddisfatta di questo voto perché ho lavorato a lungo sulla direttiva “trasparenza retributiva” presentando tutta una serie di emendamenti che assicurassero alle donne più diritti, salari dignitosi e pari opportunità di accesso alla carriera professionale. Da sempre convinta che lavoro di qualità e retribuzioni giuste siano cruciali per risolvere il declino demografico del nostro Paese e permettere così alle donne di contribuire al suo sviluppo e futuro”, conclude l'eurodeputata.