07
Feb

Il vino non sia equiparato al pacchetto di sigarette

Ancora una volta ci troviamo di fronte al tentativo di alcuni Paesi nord-europei, che di fronte a una piaga come quella dell'alcolismo, soprattutto giovanile, scelgono di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica, con richieste paradossali che peraltro mettono a serio rischio il funzionamento del mercato unico europeo

Il 22 dicembre scorso è arrivato il via libera dell'Esecutivo Ue, con un silenzio assenso al termine del periodo di moratoria di sei mesi previsto dalla normativa, alla richiesta da parte dell'Irlanda di introdurre a livello nazionale l'obbligo di inserire alert sanitari, quali “l'alcol nuoce gravemente alla salute”, sull'etichetta delle bevande alcoliche.

Purtroppo, la Commissione europea non ha preso minimamente in considerazione la posizione che, come Parlamento europeo, abbiamo approvato a larghissima maggioranza grazie proprio al lavoro della Delegazione del Partito Democratico, nella risoluzione sulla lotta contro il cancro del febbraio scorso. 

Con quella risoluzione, abbiamo infatti categoricamente escluso l'introduzione di sistemi di etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette.

Nonostante ciò, ancora una volta ci troviamo di fronte al tentativo di alcuni Paesi nord-europei, che di fronte a una piaga come quella dell'alcolismo, soprattutto giovanile, scelgono di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica, con richieste paradossali che peraltro mettono a serio rischio il funzionamento del mercato unico europeo. 

I nostri produttori si troverebbero infatti a dover rispettare norme di etichettatura differenti da un paese dell’Unione all’altro.
Fortunatamente, il via libera non è definitivo: ora l'Irlanda dovrà essere autorizzata anche dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, in quanto questa normativa rappresenta una barriera anche a livello internazionale. Un processo che prevede una durata di circa 60 giorni.

Se da un lato quindi la Commissione pare abbia scelto di voler condizionare le scelte dei consumatori europei, come Parlamento continuiamo a lavorare per informarli di più e meglio, con sistemi di etichettatura delle bevande alcoliche più trasparenti, che forniscano informazioni sul consumo moderato e responsabile. 

Un lavoro già iniziato, con la revisione del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche, che dovrà essere lo strumento per proteggere allo stesso modo tutti i prodotti di qualità europei, a partire dal vino, da questi tentativi di criminalizzazione.

Non possiamo infatti permettere che le nostre eccellenze vengano discriminate con delle etichettature allarmiste che non distinguono tra abuso e consumo moderato, e criminalizzano prodotti cardine della nostra dieta mediterranea, senza apportare concreti benefici nella lotta contro il consumo irresponsabile e le patologie che ne derivano.


Paolo De Castro