28
Gen

Il 2022 è l’anno della gioventù, facciamolo contare

L'Anno europeo della gioventù punterà a coinvolgere i giovani nei processi di consultazione chiave come la Conferenza sul futuro dell'Europa, e in altre politiche a livello europeo, nazionale e locale. Grazie alla sollecitazione degli eurodeputati, un'attenzione speciale sarà rivolta ai giovani provenienti da contesti svantaggiati e alla gestione dei problemi di salute mentale.

La pandemia che (purtroppo) ancora oggi viviamo ci pone diversi interrogativi sul futuro del mondo del lavoro, in particolare sulla nostra visione per le categorie che più hanno subito licenziamenti e disoccupazione - donne e giovani. 

Qualche dato sulla situazione delle nuove generazioni: il 17,6% dei giovani europei non ha un lavoro né sta studiando (i famosi NEET), ed è quindi fermo a casa senza un progetto per il proprio futuro. Spesso anche chi ha trovato lavoro è in difficoltà: il 43,8% di tutti i giovani nell'UE ha un contratto di lavoro atipico (stage, part-time o a progetto). Molti di loro si muovono da uno stage all’altro, intrappolati nella precarietà. Se poi guardiamo ai bambini, ci rendiamo conto che 2 anni di scuola in DAD non possono che aver penalizzato la loro formazione.

È per questo che l'Europa ha proposto di intitolare il 2022 ai giovani. L'Anno europeo della gioventù 2022 sarà incentrato sul ripristino di prospettive positive per i giovani europei che hanno subito conseguenze negative dall'impatto della pandemia di COVID-19. Designare il 2022 come un anno per i giovani significa intraprendere maggiori sforzi per includere le priorità dei giovani orizzontalmente in tutte le politiche dell'UE e a tutti i livelli del processo decisionale dell'Unione. 

L'Anno europeo della gioventù punterà a coinvolgere i giovani nei processi di consultazione chiave come la Conferenza sul futuro dell'Europa.

Serve una spinta a tutti i livelli di governance - locale, nazionale e europea - per dare loro più opportunità. Come gruppo dei Socialisti e Democratici vogliamo assicurarci che l’anno della gioventù non sia un premio di consolazione. In un’interrogazione orale presentata alla Commissione e al Consiglio chiediamo un quadro legale per garantire che tutti gli stage siano remunerati equamente. 

È il punto di partenza per assicurare l’indipendenza finanziaria di chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro. E poi incoraggiamo la Commissione ad essere ambiziosa nell’applicazione del programma ALMA, l’iniziativa europea che potenzia il counselling e l’orientamento al lavoro per i giovani, in particolare i NEET, con l’obiettivo finale di promuovere la loro integrazione nel mercato del lavoro. Infine, grazie alla nostra sollecitazione, un'attenzione speciale sarà rivolta ai giovani provenienti da contesti svantaggiati e alla gestione dei problemi di salute mentale, divenuti endemici durante il lockdown.


Elisabetta Gualmini