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Editoriale di Brando Benifei, maggio 2021

Non c'è Unione Europea senza giustizia sociale e diritti e non c'è giustizia sociale né diritti senza un'Unione Europea forte. Questa volta sono in molti ad averlo capito e per questo la Conferenza sul futuro dell'Europa che si apre il 9 maggio rappresenta un'occasione storica. 

A precederla infatti sarà il summit sociale di Porto in cui i leader dell'Ue si incontreranno per cercare di dare sostanza ai principi del Pilastro sociale dell'Ue sottoscritti nel 2017. 

Non poteva esserci un inizio migliore per una Conferenza che mira a cancellare gli errori dell'Ue degli ultimi due decenni, a partire da quella Convenzione europea sul futuro dell'Europa che ha partorito la bozza di Costituzione europea, poi bocciata dai referendum di Francia e Olanda del 2005 proprio perché i politici europei avevano dimenticato il bisogno di attenzione e di protezione di cittadini europei spaventati da una globalizzazione economica senza controllo.

Questa volta l'Europa si presenta ai cittadini europei con il biglietto da visita del piano di rilancio Next Generation Eu, che non ha precedenti per portata economica degli investimenti messi a disposizione dei Paesi membri, per il principio di solidarietà utilizzato per la prima volta nella distribuzione delle risorse invece dei soliti calcoli sul Pil o sulla popolazione, e per il metodo della creazione del debito comune e dell'introduzione delle risorse proprie per ripagarlo.

Un bello scatto in avanti che in Italia, il Paese che ne beneficia di più, ha praticamente azzerato le forze politiche euroscettiche e sovraniste, costrette a fare un'imbarazzante e poco credibile marcia indietro su anni di retorica ostile a Bruxelles. Allo stesso tempo l'Italia si presenta all'appuntamento guidata da una figura autorevole a livello europeo come quella di Mario Draghi, mentre il Partito Democratico, che oggi ha il segretario più europeista e impegnato sui temi europei della sua storia, esprime a Bruxelles il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

Il Consiglio Ue, che rappresentando i governi è da sempre l'organo più ostile all'integrazione, è guidato dal premier socialista portoghese, Antonio Costa, per la presidenza semestrale di turno, mentre nella Commissione europea il primo vicepresidente socialista Frans Timmermans, che ha partecipato lunedì 3 all'iniziativa del Pd sull'Europa, ha la responsabilità di portare avanti il Green Deal, il progetto più ambizioso dell'UE, mentre oggi lo tanto contestate regole sulla disciplina di bilancio sono sospese e in attesa di riforma.

Al Parlamento Europeo nella sessione plenaria di aprile abbiamo discusso la proposta della Commissione per una Garanzia per l'Infanzia, un nuovo strumento per garantire che tutti i bambini in Europa a rischio di povertà, esclusione sociale o altrimenti svantaggiati abbiano accesso a servizi essenziali di qualità. Si tratta di uno strumento che come Pd, come Gruppo S&D e come Parlamento europeo chiediamo da anni, e di cui mi occupo in prima persona.
Ci sono insomma una serie di condizioni irripetibili che ci impongono di essere all'altezza della situazione, nella consapevolezza che non c'è forza geopolitica, militare o economica che possiamo costruire fino a quando non avremo la forza di difendere la giustizia sociale e i diritti a casa nostra.