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Set

Esportazione di armi: attuazione della posizione comune

Esportazione di armi: attuazione della posizione comune 2008/944/PESC

Le esportazioni di armi dall'UE-28 sono state pari a circa il 26% del totale mondiale nel periodo 2015-2019, rendendo l'UE-28 collettivamente il secondo maggiore fornitore di armi al mondo, dopo gli Stati Uniti (36%) e prima della Russia (21%).

Con l'istituzione nel 1998 di un codice di condotta dell'UE per le esportazioni di armi, sostituito poi nel 2008 dalla posizione comune del Consiglio sulle esportazioni di armi, gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere elevati standard comuni e convergenza nei controlli concernenti l’esportazione di armi. 

La presente relazione di iniziativa nasce ponendosi l’obiettivo di giudicare l’attuazione della posizione comune del Consiglio. Quest’anno, essa esamina la 20a e la 21a relazione annuale del Consiglio, sulla base delle osservazioni presentate dagli Stati membri per il 2017 e il 2018.

Grazie anche al contributo del gruppo S&D, la relazione evidenzia la necessità di:

•    armonizzare le relazioni degli Stati membri, ancor ‘oggi troppo differenti tra di loro;

•    garantire che tutti gli Stati membri rispettino pienamente gli 8 criteri della posizione comune;

•    migliorare la trasparenza e il controllo pubblico e parlamentare sulle esportazioni di armi;

•    sottolineare che l'ambizione di aumentare la competitività del settore europeo della difesa non deve compromettere l'applicazione degli otto criteri della posizione comune in quanto prevalgono su qualsiasi interesse economico, sociale, commerciale o industriale degli Stati membri;

•    chiedere sforzi congiunti per migliorare le valutazioni dei rischi, i controlli degli utilizzatori finali e le verifiche successive alla spedizione;

•    chiedere sforzi congiunti per migliorare le valutazioni dei rischi, i controlli degli utilizzatori finali e le verifiche successive alla spedizione;

•    invitare l'UE a formare i paesi partner a migliorare il loro sistema di controllo delle armi e a renderli conformi alla posizione comune;

•    decidere che, nell'ambito dello strumento europeo per la pace, se istituito, deve essere pubblicato un elenco dettagliato delle attrezzature trasferite a paesi terzi nell'ambito dello strumento, al fine di garantire la trasparenza e il controllo;

•    garantire il pieno sostegno e l'impegno a favore dell'ATT e degli accordi multilaterali e di disarmo globali;

Inoltre, la relazione ricorda l'embargo sulle armi in Libia e chiede un embargo sulle armi nei confronti dell'Arabia Saudita e Egitto, ribadendo il rispetto delle conclusioni del Consiglio europeo del 21 agosto 2013 in cui definisce la sospensione delle licenze di esportazioni di tutte quelle attrezzature che possono essere usate a fini di repressione interna.

Infine, il gruppo S&D è riuscito a far approvare un voto chiave (paragrafi 52 e 53) concernente l’introduzione di un meccanismo sanzionatorio contro gli Stati che non rispettano interamente degli 8 criteri inseriti nella Posizione comune del Consiglio.