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Mar

Insularità: la risoluzione dell’Europarlamento

La richiesta alla Commissione Europea di riconoscere alle isole europee la specificità ambientale, superando i disagi territoriali.

Dopo anni di tentativi in più legislature, il 4 febbraio del 2016 la plenaria del Parlamento europeo ha approvato, a larghissima maggioranza, la Risoluzione sulla Condizione di Insularità con la quale ha riconosciuto alle isole europee gli handicap territoriali e le specificità ambientali che ne frenano la crescita e rallentano lo sviluppo.

Con questa Risoluzione abbiamo chiesto alla Commissione europea - prima di tutto- di prendere atto delle carenze che impediscono e ostacolano la crescita e lo sviluppo economico in questi territori e di tenerne conto nella programmazione dei fondi strutturali. Le isole sono difficili da raggiungere, nelle isole è più difficile spostarsi, la mobilità è complicata.

Sulle isole il prezzo del carburante è più alto, i costi di trasporto per gli esportatori sono significativi e tutto questo le rende meno competitive. E allora come possono le isole, partendo da una condizione di svantaggio, raggiungere gli obiettivi della coesione territoriale, arrivare cioè al livello di sviluppo delle regioni più avanzate? E’ necessario che politiche dedicate puntino sulle enormi risorse che le isole possiedono attraverso una programmazione specifica che permetta di dirottare verso le isole gli investimenti strategici e coerenti con le potenzialità delle regioni insulari.

La Risoluzione infatti non è solo un elenco di handicap e non chiede assistenzialismo ma si concentra per lo più sulle opportunità di sviluppo chiedendo alla Commissione di accompagnare le autorità locali e gli Stati Membri nell’ individuazione e nella realizzazione di progetti strategici in grado di generare crescita.

Con una “Strategia per le isole” che preveda azioni concrete. Naturalmente l’obiettivo ultimo è riuscire ad ottenere un fondo dedicato alle isole, con una dotazione finanziaria destinata alla realizzazione dei progetti finalizzati a superare il gap infrastrutturale. E con l’obiettivo di un regime fiscale agevolato per controbilanciare gli svantaggi naturali e demografici permanenti con il concorso e lo sforzo congiunto di tutti gli attori istituzionali.