05
Ott

Ricostituzione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo

Secondo gli ultimi studi condotti dalla Commissione Europea, con oltre l'80% degli stock sfruttati al di sopra dei livelli di rendimento massimo sostenibile, il Mar Mediterraneo è uno dei bacini maggiormente sfruttati in UE. Al contempo, le politiche europee si sono unicamente concentrate sulla riduzione dello sforzo di pesca, portando il settore ittico europeo ad un drastico, e fino ad ora irreversibile, declino in termini economico-sociali e occupazionali. Questa relazione ha come obiettivo quello di delineare una possibile linea di azione verso un percorso di ricostituzione degli stock che tenga conto sia dei fattori ambientali che di quelli economico-sociali, particolarmente importanti nei paesi mediterranei. In particolare, la relazione sottolinea:

• Che i mari sono toccati da un’ampia varietà di fenomeni negativi e non solo dalla pesca e che è dunque necessario un vero approccio eco-sistemico, capace di leggere tutte le interazioni che influenzano gli stock;

• Che è necessario migliorare la conoscenza scientifica sullo stato degli stock, sulle attività di pesca (soprattutto quella artigianale), sull'efficacia delle restrizioni applicate nell’ambito delle misure di gestione e sul settore della pesca ricreativa al fine di migliorare i modelli di gestione esistenti;

• Che è necessario istituire zone protette per la ricostituzione degli stock e agevolare la partecipazione attiva del settore della pesca nella loro messa a punto, gestione e nel loro monitoraggio; Che è inoltre necessario rafforzare il ruolo degli operatori nel processo decisionale e nella raccolta dei dati attraverso la promozione di pratiche di co-gestione;

• Che è necessario affrontare adeguatamente e trovare una soluzione al problema degli sconfinamenti e della pesca illegale da parte dei paesi nordafricani, i quali minacciano gli ecosistemi marini e conducono una concorrenza sleale nei confronti dei nostri pescatori.

In particolare, sono stati accolti tutti gli emendamenti da noi presentati, i quali chiedevano:

• Che ogni iniziativa legislativa volta alla protezione e ricostituzione degli stock nel Mediterraneo non dovrebbe limitarsi unicamente a misure restrittive delle attività di pesca, ma dovrebbe avere un approccio olistico ed ecosistemico ed affrontare congiuntamente tutte le minacce al depauperamento degli stock come l'inquinamento, il riscaldamento delle acque, le specie aliene, lo sfruttamento degli idrocarburi, il dragaggio o i trasporti marittimi;

• Che la mancanza di una quantificazione precisa delle conseguenze sugli stock ittici di tutti i possibili elementi impattanti al di fuori delle attività di pesca non permette di prendere decisioni sufficientemente adeguate ed efficaci per garantire la conservazione degli stock e degli ecosistemi marini;

• Che ogni iniziativa legislativa volta alla limitazione dell'attività di pesca deve essere preceduta da un'ampia valutazione di impatto volta a quantificare le possibili ricadute socio-economiche della sua applicazione sulle comunità costiere nonché sulla produttività e sulla competitività delle aziende ittiche dell’UE e sulla filiera;

• Che eventuali future misure legislative volte a favorire la ricostituzione degli stock ittici nel Mediterraneo che comportino un impatto sull'attività di pesca del settore ittico debbano essere implementate in maniera graduale e proporzionale alla sua capacità d’azione e non comportino un eccessivo carico burocratico e finanziario per il settore ittico;

• Che è quanto mai urgente rinnovare la flotta mediterranea, la cui età media è molto alta, al fine di ridurre l'impatto ambientale della pesca sull'ambiente e migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro dell'equipaggio;

• Che è fondamentale intensificare gli sforzi, sia in termini finanziari che di risorse umane, per identificare pescherecci provenienti da paesi terzi che pescano illegalmente nelle acque territoriali dell'UE e nelle aree marine protette e limitare il rischio di una concorrenza sleale verso i nostri pescatori;