29
Set

I diritti dei rider e dei lavoratori delle piattaforme digitali

Sono orgogliosa di essere riuscita a inserire nel testo le priorità del nostro gruppo parlamentare. Prima su tutte che non può esistere una terza categoria di lavoratori per le piattaforme, a metà tra autonomi e dipendenti, senza l’indipendenza dei primi e le tutele dei secondi. Se il lavoro di un rider viene controllato dall’algoritmo della piattaforma, allora il rapporto di lavoro deve essere identificato come subordinato

In questa sessione plenaria è stata approvata la relazione di iniziativa sui lavoratori delle piattaforme, un punto di svolta nell’approccio dell’Europa sociale al lavoro nell’era del digitale. Da relatrice ombra per il gruppo S&D, sono orgogliosa di essere riuscita a inserire nel testo le priorità del nostro gruppo parlamentare. Prima su tutte che non può esistere una terza categoria di lavoratori per le piattaforme, a metà tra autonomi e dipendenti, senza l’indipendenza dei primi e le tutele dei secondi. Se il lavoro di un rider viene controllato dall’algoritmo della piattaforma, allora il rapporto di lavoro deve essere identificato come subordinato. Da qui la seconda priorità evidenziata dalla relazione: in caso di contenzioso tra lavoratore e piattaforma, l’onere di provare la sostanza del rapporto di lavoro deve essere sulle spalle della piattaforma, che dispone delle risorse finanziare necessarie. Infine il testo votato chiede più trasparenza alle piattaforme sul funzionamento dei loro algoritmi, troppo spesso incomprensibili ai lavoratori eppure così centrali nell’assegnazione delle loro mansioni. 

Il voto di mercoledì è un passo in avanti verso una gig economy equa e giusta. Le piattaforme di lavoro digitali sono in continua espansione. Già oggi 6 milioni di cittadini dell’Unione Europea guadagnano più di metà del proprio reddito mensile tramite piattaforma, e questo numero è destinato a salire esponenzialmente. Non possiamo farci prendere alla sprovvista: serve quanto prima un intervento legislativo europeo che protegga i lavoratori senza togliere loro le opportunità che vengono da queste tecnologie. Spero in un’azione decisa della Commissione già entro la fine di quest’anno. 


Elisabetta Gualmini