10
Feb

Accordo di associazione tra l'UE e l'Ucraina

La presente relazione di iniziativa è la seconda relazione del PE sull'attuazione dell'accordo di associazione UE-Ucraina in vigore dal 1º settembre 2017. Essa valuta principalmente l'attuazione dell'accordo e i progressi compiuti con le relative riforme, in particolare nei settori dello Stato di diritto e della lotta alla corruzione, nonché l'attuazione della zona di libero scambio globale e approfondito (DCFTA). Affronta inoltre le recenti elezioni locali del 25 ottobre 2020, svoltesi dopo il decentramento e la riforma territoriale, e raccomanda ulteriori miglioramenti al codice elettorale. Infine, formula raccomandazioni per un ulteriore rafforzamento della cooperazione UE-Ucraina.

Le negoziazioni si sono svolte senza controversie. Il relatore Michael Gahler (PPE) e i relatori ombra hanno concordato una dichiarazione congiunta per criticare la sentenza estremamente controversa della Corte costituzionale ucraina del 27 ottobre 2020, che ha dichiarato incostituzionale la nuova legislazione anticorruzione auspicata dall’UE.

La relazione è stata votata a inizio novembre in AFET a larga maggioranza (57 a favore, 7 contrari, 8 astenuti). Il gruppo S&D ha votato compatto a favore (con le sole eccezioni di Dietmar Köster - voto contrario - e Sergei Stanishev - astensione).

Il rapporto non presenta particolari problemi. La maggior parte degli emendamenti mirano ad aggiungere aggiornamenti il peggioramento della situazione Ucraina.

In seguito alla sentenza della Corte costituzionale a ottobre, l’Ucraina è entrata infatti in una crisi costituzionale ad oggi ancora irrisolta. Il Presidente Zelensky ha sospeso per due mesi il Presidente della Corte costituzionale dopo che quest’ultimo ha ignorato una citazione alla procura il 28 dicembre in relazione a accuse di corruzione e manomissione dei testimoni. Nel frattempo, il parlamento ucraino ha approvato una legge per ripristinare i poteri della NAPC e una versione di controllo della legislazione sulle dichiarazioni patrimoniali. Tuttavia, la Corte ha ignorato la sospensione del suo Presidente, e molti giudici non hanno presentato le proprie dichiarazioni concernenti le loro proprietà. Inoltre, gli oligarchi sono tornati massicciamente a tessere le trame politiche del Paese e Zelensky non gode più di largo consenso tra i suoi stessi compagni di partito e a livello popolare: 42% dei cittadini ucraini considerano Zelensky la più grande delusione del 2020.

Relazione approvata con 587 voti favorevoli.