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Nov

Ue, Bonafè: l'Europa non è un bancomat

"Siamo davanti al momento storico più drammatico per la nostra generazione, una emergenza sanitaria che ha sconvolto le nostre vite, portato via i nostri cari, che sta mettendo in ginocchio le fondamenta della nostra economia e di cui ancora non vediamo la fine.

Di fronte a tutto questo l’Europa ha risposto con la previsione di un piano di investimenti inimmaginabile fino a qualche tempo fa. Grazie al lavoro del Parlamento e della Commissione, ma anche all’accordo fondamentale di quel consiglio europeo del luglio scorso a cui tutti abbiamo guardato come ad un momento di svolta.

I cittadini europei hanno ripreso a fidarsi di noi, dopo anni in cui l’Europa era percepita lontana dai loro bisogni.

E il Consiglio - proprio adesso- nel picco della seconda ondata - non puó andare a dire a chi é tornato a guardarci con speranza che forse abbiamo scherzato, che non tenderemo una mano a coloro che hanno perso il lavoro, alle imprese che chiudono i battenti perché c’è una regola che a due capi di governo non va bene. Questa regola dice semplicemente che l’Europa non è un bancomat, ma è una comunità di destino, che in Europa ci si sta perché si condividono gli stessi valori e soprattutto che i poteri pubblici devono agire entro i limiti fissati per legge, in conformità ai principi democratici e ai diritti fondamentali".

Il prossimo consiglio del 10 dicembre ha un compito fondamentale. Di fronte al veto sul bilancio europeo, frutto di un lavoro importante di negoziati, che blocca il processo di ratifica dei parlamenti nazionali sullo storico aumento dei tetti delle risorse proprie dell’Unione e quindi la partenza di tutto il piano Next Generation Eu, bisogna fare uno scatto in avanti.

Il parlamento ha fatto la sua parte e non può accettare arretramenti. Al Consiglio quindi chiediamo di non disperdere quel patrimonio di credibilità che le istituzioni hanno riconquistato.

Non si devono rendere responsabili di un fallimento, in gioco c’è il destino dell’Europa e dei cittadini europei, anche di quelli ungheresi e polacchi". L'intervento dell'europarlamentare del Partito democratico Simona Bonafè durante la Plenaria sulla preparazione del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.