03
Lug

La risoluzione del Parlamento europeo contro il razzismo

Il Parlamento Europeo, lo scorso 19 giugno, ha approvato una Risoluzione che condanna con fermezza la permanenza nelle nostre società dell’odio e di tutte le varie manifestazioni di razzismo. Inoltre ha sottolineato che esiste un problema “strutturale” che, come recita un passaggio del testo approvato (contrari i parlamentari italiani della destra, Lega e Fratelli d’Italia), “si riflette anche nelle disuguaglianze socioeconomiche e nella povertà”.

Di Pietro Bartolo

Con una lettera a nome di 54 paesi dell’Africa, l’ambasciatore del Burkina Faso presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc) a Ginevra ha presentato ufficialmente una richiesta, accolta poi dalla presidenza, per discutere urgentemente del razzismo e della violenza della polizia nel contesto della mobilitazione mondiale seguita alla morte di George Floyd a Minneapolis negli Usa. Il giornale del Vaticano, l’Osservatore Romano, ha dato con molto rilievo questa informazione accompagnata da un breve excursus sulle origini dello schiavismo. Purtroppo, come si vede, all’inizio del Terzo secolo il mondo è ancora alle prese con lo schiavismo. Perché, per tante versi e numerose realtà, esattamente di questo si tratta.

Il Parlamento europeo, lo scorso 19 giugno, ha approvato, a sua volta, una Risoluzione che condanna con fermezza la permanenza, nelle nostre società, dell’odio e di tutte le varie manifestazioni di razzismo. Ed a sottolineare che esiste un problema “strutturale” che, come recita un passaggio del testo approvato (contrari i parlamentari italiani della destra, Lega e Fratelli d’Italia) “si riflette anche nelle disuguaglianze socioeconomiche e nella povertà”. È ampiamente noto che odio e razzismo - non si saprebbe come altro definirli - sono “particolarmente evidenti nel mercato del lavoro, in cui le persone di colore hanno impieghi più precari”. La Risoluzione ricorda anche che la “discriminazione si manifesta spesso nell'accesso agli alloggi e all'istruzione”.

A mio avviso è significativo che la risoluzione adottata dal Parlamento abbia fatto proprio lo slogan che ha riempito le strade ed i muri delle città americane ed europee dopo l’assassinio di George Floyd: “Black lives matter”. Sì, “la vita dei neri conta”. Così come è un fatto politico importante che il Parlamento: 1) abbia impegnato i leader dell’Unione ad organizzare un vertice contro il razzismo e sulla lotta alla discriminazione strutturale in Europa; 2) sollecitato la Commissione a presentare una strategia globale contro il razzismo e la discriminazione; 3) esortato il Consiglio a istituire un organismo dello stesso Consiglio dedicato espressamente alle questioni dell’eguaglianza; 4) invitato ad istituire una task force interistituzionale incaricata di contrastare il razzismo e la discriminazione a livello dell'Unione.

Ho riportato questa risoluzione del PE avendo ancora in mente la recente vicenda di quei raccoglitori di verdura, sfruttati per le condizioni di lavoro ed umiliati solo perché neri di pelle. Il “datore di lavoro” li costringeva a mangiare a terra. Perché sui tavoli dovevano mangiare solo i bianchi. Sto parlando dell’Italia, non di Minneapolis.

 

Pietro Bartolo