L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: un programma d’ azione per la protezione delle persone, del pianeta e della prosperità.
L’agenda, sottoscritta da 193 persone, ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development Goals, SDGs - in un grande programma d’azione da raggiungere entro il 2030, di cui la lotta ai cambiamenti climatici costituisce l’obiettivo numero 13.
Il processo è iniziato nel 1992 al Primo vertice della Terra di Rio de Janeiro, nel quale fu adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Da allora si tiene tutti gli anni la conferenza dei firmatari (oggi 197), arrivata alla 24esima edizione, COP 24 di Katowice.
Nel dicembre 2015 è stato raggiunto il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima, la COP 21 di Parigi, per l’adozione del quale l´Unione europea ha svolto un ruolo fondamentale.
L’ accordo, adottato da 95 paesi, dovrebbe entrare in vigore nel 2020.
Esso definisce un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per ridurre in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici proponendosi di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2º C rispetto ai livelli preindustriali e puntando a limitare l’aumento a 1,5°C.
18 Stati ad alto reddito si sono impegnati a donare 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per finanziare i programmi di prevenzione e resilienza nei paesi in via di sviluppo, i più vulnerabili al cambiamento climatico. L’accordo è stato aperto alla firma il 22 aprile 2016. Il 5 ottobre l’UE l’ha formalmente ratificato, consentendo in tal modo la sua entrata in vigore il 4 novembre 2016.
Al 5 novembre 2018, 183 su 197 parti che hanno preso parte alla Convenzione, che generano approssimativamente l’88.8% delle emissioni totali di CO2 globali, hanno depositato i loro strumenti di ratifica, approvazione, adesione o accessione alla convenzione. Tra i paesi che non hanno ancora ratificato l’accordo ricordiamo, tra gli altri, la Russia, l´Iran e la Turchia mentre Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti.
La COP24 si è concentrata sulla piena attuazione dell’accordo di Parigi, in una vasta gamma di ambiti, tra i quali i quali trasparenza, adattamento, riduzione delle emissioni, messa a disposizione di finanziamenti, sviluppo delle capacità e tecnologia e la preparazione della prossima fase di contributi stabiliti a livello nazionale.
L’ accordo raggiunto permetterà di rafforzare la cooperazione tra gli stati più ricchi e quelli in via di sviluppo, che hanno interessi diversi e differenti piani di crescita economica. I paesi industrializzati hanno promesso di aiutare quelli più poveri e la banca mondiale ha annunciato un finanziamento di 200 miliardi di dollari per cinque anni a sostegno dei governi che metteranno in campo politiche concrete contro i cambiamenti climatici.
Da considerare gli obiettivi vincolanti raggiunti dall’ UE in materia di clima ed energia per il 2030 nel corso di questa legislatura.
Merita menzione, inoltre, il nuovo piano d’ azione verso un’ economia a basse emissioni di carbonio: entro il 2050 l’UE riduca le emissioni di gas a effetto serra dell’80% rispetto ai livelli del 1990.
Le tappe per raggiungere questo risultato sono una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 e del 60% entro il 2040. Tutti i settori diano il loro contributo, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sia fattibile ed economicamente abbordabile.