Da un anno, dal 15 novembre 2024, il cooperante italiano Alberto Trentini è detenuto in Venezuela. Da allora i contatti con la famiglia sono stati rarissimi, le informazioni sulle sue condizioni frammentarie, la sua vicenda avvolta da un’incertezza che pesa ogni giorno di più sui suoi cari e sulla comunità che conosce il suo impegno nel campo della cooperazione internazionale.
Alberto ha speso la propria vita professionale al fianco delle persone più vulnerabili, offrendo competenze e assistenza in contesti difficili, spesso lontano dai riflettori. È un operatore umanitario di grande esperienza, riconosciuto dalle organizzazioni con cui ha collaborato. Oggi, però, è lui a trovarsi in una condizione di fragilità, e per questo le parole della madre, che recentemente ha rinnovato il proprio appello pubblico, richiamano il dovere di tutte e tutti noi a prendere parola.
Osserviamo con attenzione la situazione politica e sociale venezuelana e crediamo che la pace e il rispetto dei diritti umani debbano essere baluardi di orientamento politico e morale. Crediamo che la ricerca costante della pace e della distensione, la protezione della vita umana, il rifiuto di ogni escalation, siano un patrimonio condiviso anche dai popoli dell’America Latina e da quello venezuelano.
In questo spirito — uno spirito che guarda alla pace come orizzonte comune — rivolgiamo un appello alle autorità della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Con rispetto per la sovranità del Paese, ma con altrettanta fermezza nel richiamare i valori universali dei diritti umani, chiediamo un atto di umanità: la liberazione di Alberto Trentini.
Un gesto di clemenza e di apertura, in questo momento segnato da tensioni regionali e da minacce di escalation militare nelle aree vicine alle coste venezuelane, avrebbe un significato profondo. Sarebbe percepito come un segnale di volontà dialogante, un contributo alla costruzione di un clima più sereno e cooperativo, un passo che risponde a un appello di pace con un gesto concreto di pace.
Come europarlamentari, esprimiamo inoltre apprezzamento per l’attenzione recentemente mostrata dalle istituzioni europee nei confronti del caso Trentini. Sostenere una soluzione positiva è responsabilità condivisa tra Roma, Bruxelles e tutti coloro che credono nella diplomazia come strumento per superare anche le situazioni più delicate.
Rivolgiamo pertanto un appello affinché si apra ogni canale disponibile nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della costituzione italiana
Che possa tornare alla sua famiglia.
Che la sua storia trovi un epilogo di giustizia e umanità.
Che un gesto di apertura possa diventare un ponte di comprensione in un momento in cui il mondo ha bisogno, più che mai, di segnali di pace.
Annunziata Lucia
Benifei Brando
Bonaccini Stefano
Cavedagna Stefano
Ciccioli Carlo
Corrado Annalisa
Fidanza Carlo
Fiocchi Pietro
Gambino Alberico
Gemma Chiara Maria
Gori Giorgio
Guarda Cristina
Gualmini Elisabetta
Inselvini Paolo
Laureti Camilla
Lupo Giuseppe
Magoni Lara
Milazzo Giuseppe
Morace Carolina
Moretti Alessandra
Nardella Dario
Orlando Leoluca
Palmisano Valentina
Picaro Michele
Picierno Giuseppina
Polato Daniele
Procaccini Nicola
Ruotolo Alessandro
Salis Ilaria
Sberna Antonella
Scuderi Benedetta
Squarta Marco
Strada Maria Cecilia
Tarquinio Marco
Torselli Francesco
Ventola Francesco
Vivaldini Mariateresa
Zan Alessandro
Zingaretti Nicola